martedì 5 maggio 2009

Intermedi da La Pellegrina (1589)

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Intermedi da "La Pellegrina" (1589)


Gli intermedi rinascimentali erano spettacoli inseriti come riempitivo tra gli atti e le scene di commedie umanistiche, pastorali, tragedie o rappresentazioni allegoriche in occasione di solenni cerimonie. Furono uno dei più importanti antecedenti dell'opera moderna e influenzarono altre forme d'arte come il masque inglese. Queste rappresentazioni potevano presentare tematiche mitologiche, pastorali o allegoriche, e includevano musiche vocali, strumentali, panomime e balli. Erano realizzati con profusione di mezzi e meravigliose macchine sceniche per stupire il pubblico. Nelle cronache dell'epoca la descrizione dei grandi intermedi è riportata minuziosamente: i particolari dell'apparato, delle decorazioni, degli strumenti utilizzati, ma purtroppo solo in rari casi ci sono state tramandate le musiche.

I più importanti intermedi che ci sono pervenuti sono stati quelli composti per la commedia La pellegrina di Girolamo Bargagli e che vennero eseguiti nel 1589 a Firenze in occasione delle nozze di Ferdinando de' Medici e Cristina di Lorena, evento per il quale furono mobilitati i maggiori compositori che all'epoca gravitavano attorno alla città toscana. Gli intermedi possono essere considerati come diretti antecedenti dell'opera in musica, anche perché ad essi collaborarono alcuni tra dei musicisti della Camerata Bardi.

La musica fu scritta da Luca Marenzio, il più illustre madrigalista dell'epoca, per quanto riguarda il secondo e il terzo degli intermedi, e da Cristofano Malvezzi, maestro di cappella della cattedrale di Firenze. L'impresario musicale fu Emilio de' Cavalieri, che operò da supervisore delle attività artistiche della corte e che presto divenne famoso per il primo oratorio della storia della musica: la Rappresentazione di Anima e di Corpo. Egli contribuì alla stesura musicale di alcuni pezzi, tra cui il brillante finale. Altri tre compositori contribuirono alla scrittura di tre pezzi ciascuno: Jacopo Peri, Giulio Caccini (i futuri compositori della prima opera italiana l'Euridice) e Giovanni de' Bardi, sopraintendente degli spettacoli della corte. Il testo venne curato dal giovane poeta Ottavio Rinuccini.

La prima rappresentazione avvenne nel cuore delle festività per il matrimonio di Ferdinando de' Medici, e si tenne nel teatro degli Uffizi, in una ampia sala che l'architetto e scenografo Bernardo Buontalenti aveva progettato alcuni anni prima specificamente per gli intrattenimenti della corte medicea. Questo stupì tutti i presenti per il sorprendente numero di quelli che oggi chiameremmo "effetti speciali": macchine volanti, scene che si transformavano nel corso della rappresentazione, la presenza di una intera imbarcazione piena di marinai, un dragone sputa-fiamme, un gigantesco demone dalle tre teste, e altro ancora. Il successo fu tale che il duca Ferdinando chiese ulteriori rappresentazioni per le successive settimane e ordinò un fatto senza precedenti, ossia che Cristofano Malvezzi pubblicasse le musiche. Questo rappresenta per noi una immensa fortuna perché ciò ha permesso che tale forma d'arte così effimera per l'epoca potesse giungere fino a noi.


Dischi consigliati

Di queste musiche esistono attualmente due incisioni degne di nota. La più recente disponibile sul mercato è quella offertaci da Sony Classical in due cd. Questa ricostruzione è stata effettuata da Paul Van Nevel alla guida dell'Huelgas Ensemble (Sony "Vivarte", 63362), la quale tiene conto della principale edizione dell'opera, quella del Malvezzi, integrata tuttavia da composizioni di altri autori dello stesso periodo storico, sulla base delle cronache dell'epoca.

Un'altra registrazione che mi sento caldamente di consigliare - e che ritengo più convincente per l'incredibile organico impiegato - è quella realizzata nel 1986 da Andrew Parrott alla direzione del Taverner Consort, Choir and Players (HMV 5.73863.2). Tale incisione dei sei intermedi, originariamente EMI "Reflexe" e rimasterizzata e commercializzata per il mercato inglese in un unico cd da HMV, è però difficilmente reperibile. Degli stessi interpreti esiste anche una performance video in costume intitolata "Una Stravaganza dei Medici", realizzata nel 1990 per Channel 4/Thames TV, che vinse nel 1990 il Prix Italia. Anch'essa è difficilmente reperibile sul mercato ed esistente per ora solo in formato VHS-NTSC.


Una stravaganza dei Medici
The 1589 Florentine Intermedi
Taverner Consort, Choir and Players - Andrew Parrott, dir.

HMV Classics 5 73863 2

track list









***




Intermedi da La Pellegrina (1589)

per il matrimonio di Ferdinando de' Medici
e Cristina di Lorena

Testi di Ottavio Rinuccini (1562-1621)
Musiche di Luca Marenzio (1553-1599),
Cristofano Malvezzi (1547-1599),
Emilio De Cavalieri (1550-1602),
Jacopo Peri (1561-1633) e Giulio Caccini (1550-1618).



1. Primo intermedio: L'armonia delle sfere
2. Secondo intermedio: La gara fra Muse e Pieridi
3. Terzo intermedio: Il combattimento pitico d'Apollo
4. Quarto intemedio: La regione de' demoni
5. Quinto intermedio: Il canto d'Airone
6. Sesto intermedio: La discesa d'Apollo e Bacco col Ritmo e l'Armonia





1. Primo intermedio: L'armonia delle sfere

L'Armonia discende sulla Terra accompagnata dalle Sirene, Parche e dai Pianeti; i mortali sono invitati a festeggiare con la coppia dei fidanzati.



1. Dalle più alte sfere
di celesti sirene amica scorta
son l'armonia, ch'a voi vengo, mortali
poscia, che fino al ciel battendo l'ali
l'alta fiamma n'apporta,
che mai si nobil coppia 'l sol non vide
qual voi nova Minerva, e fort'Alcide.
[Antonio Archilei, testo di Giovanni de Bardi]

2. Noi, che cantando, le celeste sfere
dolcemente rotar facciam intorno
in così lieto giorno
lasciando 'l Paradiso;
meraviglie più altere
cantiam d'una bell'alm' e d'un bel viso.

3. Sinfonia

4. Dolcissime Sirene,
tornate al cielo, e 'ntanto
facciam cantando
a gara un dolce canto.
Non mai tanto splendore
vid'Argo, Cipr' o Delo.

5. A voi reali amanti
cediam noi tutti gran numi del cielo.
Per lei non pur s'infiora
ma di perl' e rubin
s'ingemma Flora:
di pur'argento ha l'onde,
Arno per voi gran Duc'
e d'or le sponde:
Tessiam dunque ghirlande
a si gran Regi
e sian di paradiso
i fior e i fregi,
a lor fonte real
s'intrecci Stelle,
e Sol e Luna
e cos'alt'e più belle.

6. Coppia gentil d'avventuros'amanti
per cui non pur il mondo
si fa liet' e giocondo
ma fiammeggiante d'amoroso zelo
canta ridendo
e festeggiand' il Cielo.
[Cristofano Malvezzi, testi di Ottavio Rinuccini]



2. Secondo intermedio: La gara fra Muse e Pieridi

Un certame di canto vede gareggiare le Pieridi e le Muse. Le Ninfe si pronunciano a favore delle Muse.


1. Sinfonia

2. Belle ne fe' natura
e perchè all'armonia beltà risponde
vero giuditio d'armonia
n'infonde:
onde d'acerba e dura
contesa sian noi di beltà perfette,
a gran sentenza elette.

3. Chi dal delfino
aita nelle tempeste sue cantando impetra,
e quei ch'al suon di cetra
la perduta consorte
tra dell'inferna porte
non però come noi canta soave
che più s'el ciel non have
si dolce melodia,
c'appo 'l nostro cantar rocca non sia.

4. Se nelle voci nostre
risuona di dolcezza accento, o suono
e gratioso dono
del ciel da cui procede
quanto di bello il mondo
intende e vede
hor voi di queste Linfe
habitatrici Ninfe
se del nostro cantar diletto havete,
al Ciel gratie rendete
e di palme, e d'alloro
incoronate il più suave Choro.

5. O figlie di Piero
in qual follia v'ingombra
e 'l vostro canto un'ombra
appo si dolce canto
allor si deve il vanto
d'ogni dolcezza, ò Cielo, ò Terra, ò Venti,
dite s'udiste mai si dolci accenti.
[Luca Marenzio, testi di Ottavio Rinuccini]




3. Terzo intermedio: Il combattimento pitico d'Apollo

Gli abitanti di Delfi sono tormentati dal mostro Pitone; essi implorano il soccorso di Apollo; questi discende dai cieli e dopo un cruento combattimento trionfa sull'aggressore; la vittoria è seguita da una generale danza di gioia.




1. Sinfonia
[Cristofano Malvezzi]

2. Qui di carne si sfama
lo spaventoso serpe, in questo loco
vomita fiamm' e foco e fischia e rugge
qui l'herb' ei fior distrugge
ma dov' el ferro mostro
fors'havrà Giove udito il pianto nostro.
O Padre Re del Cielo
volgi pietosi gl'occhi
a l'infelice Delo,
a te dimand'aita e piang' e plora
movi lampo e saeta
a far di lei vendetta
contr'il mostro crudel che la divora.

3. A valoroso Dio
o Dio chiaro e sovrano.
ecco il serpente rio
spoglia giacer della invita mano
mort' e l'horribil fera
venite a schier'a schiera
venite Apollo e Delo,
cantand'alzate
o belle Ninfe al Cielo.

4. O mille volte mille
giorno lieto e felice
o fortunate ville
o fortunati colli
a cui pur lice
mirar l'horribil'angue
versar l'anima e'I sangue
che con fiamma e tosco
spoglio il prato di fior
di frond'il bosco
cantiamo dunque a l'amoroso ballo
rendendo gratie ai Dei
d'eterna gloria
di si lieta vittoria.
[Luca Marenzio, testi di Ottavio Rinuccini]



4. Quarto intermedio: La regione de' demoni

Un stregone chiede agli spiriti di scendere e di pronunciarsi sulla coppia di sposi. I demoni peannunciano una nuova Età dell'Oro. La scena si sposta quindi sulla terrificante regione degli Inferi, ove i demoni intonano un canto di lamento: d'ora in poi essi non avranno più anime da tormentare.



1. Io che dai ciel cader
farei la luna
a voi ch'in alto sete
e tutt'il ciel vedet'e voi comando
ditene quando il somm'eterno Giove
dal ciel in terra
ogni sua gratia piove.
[Giulio Caccini, testo di Giovanbatisto Strozzi]

2. Sinfonia
[Cristofano Malvezzi]

3. Or che due grand'alme
insiem'aggiunge
un sald'amor celeste
d'un altra gioia il mondo si riveste
ogn'alma al ben oprar s'accend'e punge
volane lune la cagion' dei pianto
e felice ritorna etemo canto.
[Cristofano Malvezzi, testo di Giovanbatisto Strozzi]

4. Miseri habitator del ciec'averno
giù nel dolente regno
null'altro scenderà
ch'invidia e sdegno
sarà l'horror sarà il tormento eterno
duro carcer inferno
a te non più verrà la gente morta
chiud'in etemo la tartarea porta.
[Giovanni de Bardi, testo di Giovanbatisto Strozzi]



5. Quinto intermedio: Il canto d'Airone

Anfitrite emerge dalle profondità dell'Oceano in compagnia del figlio Tritone e delle Ninfe del mare per cantare la giovane coppia. Nella sinfonia Arione, minacciato di morte dal suo equipaggio, intona un canto di lamento. Viene gettato a mare ma un delfino, attratto dal suo canto, lo mette in salvo. I marinai, credendolo morto, esultano con un canto di gioia.


1. Io che l'onde raffreno
a mio talento
e son del mar Regina
a cui s'atterr'e'n inchina
ogni nume
ch'ai mar alberga in seno
ad inchinarmi o Regi sposi vegno
fin dal profondo
del mio vasto regno.
[Cristofano Malvezzi, testo di Ottavio Rinuccini]

2. E noi con questa bella diva
nostr'Anfitrite
da liquidi cristalli
di peri'e di coralli
siam'a inchinar a voi
gran regi uscite.
Godi coppia reale
poi che d'ardente zelo
lieta s'inchina il mar la terra e'l cielo.
Che vede uscir da voi
un cosi chiaro seme
ch'adomera l'un polo
e l'altro in sieme.
E discacciar dal mondo
il crudo il crudo serpe rio
che di più sempr'haver
cresce il desio.
Onde farà ritorno
la vaga età primiera
vostra mercede o regia coppia altera.
Dunque fra torbid'onde
gl'ultimi miei sospir manderò fuore
ecco gentil con tuoi soav'accenti
raddoppia i miei tormenti
hai lacrime hai dolore
hai morte tropp'acerba e troppo dura
ma deh chi n'assicura
o di terra o di Cielo
s'a tort'io mi querelo
e saragion mi doglio
movetav'a pietà del mio cordoglio.
Lieti solcando il mare
cantiam compagni fidi
ecco ch'l cielo
ai nostri bei desir cortese aspira
già fatto freddo gielo
l'infelice Arion l'anima spira
dentr'a quell'acque hor noi
godiam felici dei tresori suoi.
[Cristofano Malvezzi, testo di Giovanni de Bardi]

3. Sinfonia
[Cristofano Malvezzi]



6. Sesto intermedio: La discesa d'Apollo e Bacco col Ritmo e l'Armonia

Apollo e Bacco discendono dal Cielo in compagnia di altri dei dell'Olimpo: L'Armonia, il Ritmo, le Grazie, le Muse, i Pianeti, Flora, e altri ancora. Gli dei intonano un'ode agli sposi. Nel ballo conclusivo i mortali si uniscono agli dei e cantano un'ode in onore di ferdinando e Cristina.



Sinfonia-madrigale
1. Dal vago e bel sereno
ove non cangia mai stagion il sole
ove non vengon meno
per soverchio di giel gigli e viole:
movian liete carole,
in questo di giocondo
per arrichir per adornar il mondo.
[Cristofano Malvezzi, testo di Anonimo]

2. O qual, o qual risplende
nube nell'aria e di si bei colori:
accorrete Pastori:
e voi vezzose e liete
belle Ninfe accorrete accorte e preste:
al dolce suon dell'armonia celeste.
[Cristofano Malvezzi, testo di Ottavio Rinuccini]

3. Godi turba mortai, felice, e lieta,
godi di tanto dono,
e col canto e col suono:
i faticosi tuoi travagli acqueta.
[Emilio de Cavalieri, testo di Ottavio Rinuccini]

4. O fortunato giorno
poi che di gioia e speme
lieta canta la terra e 'I ciel insieme:
ma quanto fia più adorno
quando farà ritorno
per Ferdinando ogni real costume
e con eterne piume
da l'uno e l'altro Polo
la Fam'andrà col suo gran nome a volo.
[Cristofano Malvezzi, testo di Ottavio Rinuccini]

Il ballo del Sig. Emilio de Cavalieri
Risposta al ballo del Sig. Emilio de Cavalieri
5. O che nuovo miracolo
ecco ch'in terra scendono
celeste alto spettacolo
gli Dei ch'il mondo accendono
ecco Himeneo e Venere,
co'l piè la terra hor premere.
Del grande Heroe, che con benigna legge
Hetruria frena e regge
udito ha Giove in Cielo
il purissimo zelo
e dal suo seggio santo
manda il ballo, e il canto.
Che porti ò drapel nobile
ch'orni la terra in mobile.
Portiamo il bel e'I buon ch'in Ciel si serra
per far al paradiso ugualla Terra.
Tornerà d'auro il secolo.
Tornerà il secol d'oro
e di real costume,
ogni più chiaro lume.
Quando verrà che fugghino
i mali e si distrugghino.
Di questo nuovo sole
nel subito apparire
i gigli e le viole,
si vedranno fiorire.
O felice stagion beata Flora.
Arno ben sarai tu beato e pieno
per le nozze felici di Loreno.
O novella d'Amor fiamma lucente:
Questa è la fiamma ardente
ch'infiammerà d'Amore ancor l'anime spente.
Ecco ch'amor a Flora
il Cielo arde e innamora.
A la sposa reale
corona trionfale
tessin Ninfe e Pastori
de i più leggiadri fiori.
Ferdinando hor va felice altero;
La vergine gentil di santo foco
ard'e si accinge a l'amoroso gioco.
Voi Dei scoprite a noi la regia prole.
Nasceran semidei
che renderan felice
del mondo ogni pendice.
Serbin le glorie i cign'in queste rive
di Medici e Loreno eterne e vive.
Le meraviglie nuove noi narreremo a Giove
hor to coppia reale, il Ciel rend'immortale.
Le quercie hor mel distillino
e latte i fiumi corrino d'amor l'alme sfavillino
e gli' empi vitij aborrino
e Clio tessa l'historie,
di cosi eterne glorie
guidin vezzosi balli
fra queste amene valli
porti n Ninfe e Pastori
de l'Arno al Ciel gl'honori
Giove benigno aspiri
a i nostri alti desiri
cantiam lieti lodando
Cristiana, e Ferdinando.
[Emilio de Cavalieri, testo di Laura Lucchesini]



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